PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI VERONA

 

el procedimento penale n. 2048/08, dott. Rombaldoni, l’esponente Sig. Tremante Giorgio, assistito e difeso dall’avv. Luigi Meduri, presso il cui studio in Verona, via Nizza, 20, ha eletto domicilio, ritenendo necessario alla corretta  e proficua impostazione delle indagini richieste, integrare il suo esposto con ulteriori informazioni e documenti, precisa:

 

1.      L’indagine promossa dalla magistratura francese nei confronti dei dirigenti di GlaxoSmithKline sui danni, anche mortali, provocati dalla vaccinazione antiepatite B, per omessa informazione sui suoi effetti collaterali,  evidenzia la necessità di un accertamento sulla sicurezza delle procedure di informazione e di somministrazione dei vaccini anche da  parte della magistratura italiana, e ciò considerato l’alto numero di danni da vaccinazione finalmente emerso con la relazione (doc. 4 dell’esposto) del Servizio Sanità Pubblica e Screening della Regione Veneta: il predetto documento, che rappresenta l’unica statistica ufficiale sui danni da vaccinazione portata, nel nostro Paese, a conoscenza del pubblico, consente  di stabilire per la prima volta un rapporto  attendibile fra numero di bambini nati in un certo anno e numero delle reazione avverse a vaccini; rapporto che evidenzia come tali danni non rappresentino eccezionali tragici esiti di una pratica ma eventi del tutto ordinari di un sistema di somministrazione dei vaccini gestito – come si documenterà- senza alcuna effettiva precauzione.

2.      La statistica della Regione Veneto per il periodo 1993-2005 indica 3.526 di reazioni avverse correlabili all’inoculazione dei vaccini. Premesso che tale statistica riguarda solo i casi posti all’attenzione di Canale Verde (Istituzione ufficiale della regione Veneto), e che quindi si tratta di numeri in assoluto difetto rispetto alla realtà esaminata, consegue comunque una media di 271 casi di reazione avversa ogni anno nella regione Veneto.

3.      Come risulta dalle tabella allegata (doc. 1), nel periodo 2001-2003, sono nati mediamente nel Veneto 44.230 bambini ogni anno e, quindi, per tale periodo, pur considerando che  il numero di nati è inferiore al numero di vaccinati, consegue che il rapporto fra numero delle vaccinazioni e numero delle reazioni avverse è di 6,1 bambini ogni 1000.

4.      Sempre nel periodo 1993-2005 sono stati sottoposti direttamente a Canale Verde 484 casi di sospetta reazione avversa verificatisi dopo la vaccinazione: di questi, soltanto il 3,72% non risultavano correlabili alla vaccinazione stessa.

5.      In particolare, le reazioni avverse riguardano, oltre i decessi, danni anche molto gravi e tali da pregiudicare in modo permanente la salute del vaccinato e la vita e la serenità del nucleo familiare. Tali reazioni si sono verificate in quanto mai sono state preordinate dal Ministero della Sanità le cautele necessarie per evitare che i soggetti “predisposti” alle predette reazioni avverse fossero dispensati dall’obbligo vaccinale. La vicenda relativa alla vaccinazione antipoliomielitica, di seguito illustrata, dimostra come nessun genere di precauzione sia mai stata posta in essere dal Ministero della Salute, benché perfino le aziende produttrici del vaccino avessero in quel caso chiaramente esplicitato le controindicazioni da valutare con assoluta attenzione.

6.      Con legge del 13 marzo 1958 n. 296, veniva costituito il Ministero della Sanità con l’espresso compito (art. 1) “di provvedere alla tutela della salute pubblica”. Per il conseguimento di tale finalità, veniva riconosciuta al predetto Ministero l’attribuzione di provvedere ai servizi sanitari pubblici, ed in particolare di emanare, per la tutela della salute pubblica, istruzioni obbligatorie per tutte le Amministrazioni pubbliche che provvedono a servizi sanitari.

7.      Inoltre, venivano previsti come facenti parte del Ministero in oggetto gli organi centrali (di cui all’art. 3), nonché gli organi periferici (di cui all’art. 4), e, fra questi ultimi, gli ufficiali sanitari dei Comuni.

8.       Con Legge 4 febbraio 1966 n. 51, veniva istituita la vaccinazione antipoliomielitica. Con il successivo D.M. 25 maggio 1967 (doc n. 4), espressamente si prescriveva che la vaccinazione contro la poliomielite “è temporaneamente sospesa nei confronti dei soggetti che presentano manifestazioni di malattia acuta, febbrile o diarrea e dovrà essere ripresa appena scomparso lo stato di controindicazione”.

9.       Nessun’altra controindicazione veniva prevista nel citato decreto. Né vennero emanate nuove disposizioni da parte del convenuto Ministero allorché, negli anni successivi, emerse con evidenza che, anche rispetto agli stati di immunodeficienza, la vaccinazione doveva considerarsi controindicata.

10.   Le controindicazioni venivano, al più, rappresentate nei foglietti illustrativi predisposti dalle aziende produttrici del vaccino, ma non vennero mai tradotti da parte del Ministero della Sanità in regolamenti o protocolli attuativi cui vincolare le strutture sanitarie periferiche in sede di somministrazione del vaccino (nella specie: Sabin a virus vivi, antipoliomielitico orale trivalente stabilizzato).

11.   Esemplificativamente, si produce il foglietto illustrativo dell’Istituto Sierologico Milanese   S. Belfante. Sotto il paragrafo “controindicazioni” si precisa che “la vaccinazione è controindicata (…) nei soggetti con alterazioni dello stato immunitario (…) da cause congenite o acquisite”.(doc. n. 2).

12.  Le controindicazioni in oggetto, benché note al Ministero che ha espressamente autorizzato la distribuzione del vaccino, e comunque patrimonio pacifico della letteratura medica internazionale, non sono considerate in sede di vaccinazione. Nessun tipo di accertamento preventivo è mai stato nel passato realizzato, né viene oggi  attuato per verificare se il bambino destinato alla vaccinazione abbia una qualche alterazione dello stato immunitario che ne raccomandi o ne imponga l’esonero.

13.  Non solo il Ministero della Salute non ha mai emesso una circolare per fornire istruzioni vincolanti in materia di prevenzione delle reazioni avverse in capo ai vaccinandi immunodeficienti, ma neppure ha mai posto in essere, attraverso l’Istituto superiore della Sanità, ricerche scientifiche sulla pericolosità di preparati somministrati alla popolazione infantile senza alcuna precauzione. Neppure esiste uno studio o una statistica sui danni da vaccino, sulle cause e sugli strumenti di prevenzione. E ciò benché il Ministero sia obbligato ad emanare, in forza della sua legge istitutiva, le istruzioni obbligatorie alle amministrazioni periferiche per la tutela della salute pubblica.

14.  Non per approssimazione dell’esponente, ma per oggettiva inesistenza di dati da parte del Ministero, occorre ancora una volta riferirsi ai dati della regione Veneto per stabilire la plausibile dimensione delle omissioni del Ministero: 270/300 reazioni avverse ogni anno in Veneto (per difetto), sono quantomeno 3.000 reazioni avverse ogni anno nell’intero paese, che, in oltre 40 anni di obbligo vaccinale comportano una stima di oltre 100.000 reazioni avverse.

15.  Nessun esame specifico è mai stato predisposto dal Ministero per verificare la sussistenza dei deficit immunitari che impongono l’esonero dalla vaccinazione. In un’intervista del 4.9.1990, l’immunologo veronese, Prof. Tridente, affermava che il rischio di reazione avversa aumenta quando “l’organismo è debilitato e per una immunodeficienza immunitaria non reagisce all’aggressione del virus contenuto  nel vaccino. Per questo è indispensabile che ogni medico di famiglia valuti con estrema attenzione la storia clinica di ogni ragazzo e rilevi eventuali patologie e difetti immunitari che consentano ai sensi di legge di non inoculare il vaccino per l’elevato rischio di effetti collaterali”  (doc. 3). In realtà, tale screening preventivo da parte del medico di famiglia non è stato e non viene di norma posto in essere, perché, se così fosse non continuerebbero a manifestarsi migliaia di reazioni avverse ogni anno. E la sottovalutazione da parte degli stessi medici di famiglia di tali necessari accertamenti preventivi dipende dal fatto che il  rischio di reazioni avverse è stato erroneamente considerato come un’ipotesi remota che non giustificava i costi della prevenzione. Alla domanda: “ Non sarebbe meglio ricorrere ad un esame specifico, su larga scala, prima di inoculare il vaccino?”, il Prof. Tridente ha risposto: “ Anche questo è un tasto doloroso: certo “sarebbe meglio”. Ma per fare questo bisognerebbe organizzare una struttura colossale per individuare un’esigua minoranza di soggetti a rischio. Sarebbe come cercare un ago in un pagliaio.”

16.  A tutti i livelli, dall’inizio delle campagne di vaccinazione, si è a torto ritenuto che il rischio di reazione avversa fosse del tutto eccezionale, e ciò per la colposa omissione del Ministro che, non avendo mai indagato sull’effettiva incidenza numerica delle reazioni avverse, non ha rappresentato alle strutture periferiche la concretezza e ordinarietà del rischio inducendo ad una generalizzata disattenzione se non indifferenza, da parte di medici di famiglia, pediatri, strutture deputate alla vaccinazione. Tale omissione risulta ancor più grave se si considera che il Ministero della Salute, quale gestore degli indennizzi previsti dalla L. n. 210/92 ai soggetti danneggiati dalla vaccinazione o ai loro eredi, disponeva di una base informativa sufficiente ad orientare le strutture periferiche sulla incidenza del rischio.

17.  Tali omissioni potrebbero trovare un movente nella volontà di qualche funzionario di non danneggiare gli interessi delle case farmaceutiche produttrici dei vaccini o di trarre profitto dalla necessità di queste ultime di non vedere pubblicizzati i reali numeri dei danni da vaccinazione o comunque di non trovare ostacoli alla commercializzazione dei vaccini. In tal senso, esemplificative sono sia la vicenda De Lorenzo, citata in esposto, che il presunto occultamento degli effetti collaterali del vaccino antiepatiteB da parte della multinazionale GlaxoSmithKline.

 

I dati enucleabili dalla relazione dell’Assessorato regionale rendono evidente l’ordinarietà delle reazioni avverse da vaccino.

L’assoluta assenza di protocolli, circolari, istruzioni, nell’arco di 40 anni, da parte del Ministero della Salute alle strutture periferiche deputate alle campagne di vaccinazione per preordinare ed imporre le necessarie precauzioni a fronte delle note controindicazioni alle vaccinazioni è causa principale delle reazioni avverse, molto spesso letali, che hanno colpito decine di migliaia di bambini e devastato le loro famiglie.

Le omissioni di informazione e di cautele da parte del Ministero della Salute hanno rilevanza penale e continuano a tutt’oggi a manifestarsi nella totale inerzia di iniziative di informazione, preventive e di organizzazione sanitaria.

Di tale realtà, il magistrato inquirente potrà trarre prova acquisendo informazioni dal Ministero della Salute su quali eventuali iniziative siano state poste in essere o vengano oggi attuate per proteggere i bambini vaccinandi a fronte degli effetti collaterali noti o comunque conoscibili.

Parimenti, con riferimento a GlaxoSmithKline, risulta necessario indagare se gli effetti collaterali al momento pubblicamente denunciati in Francia si siano verificati anche ed in quale misura nel nostro paese e se ciò possa dipendere da responsabilità del solo produttore o anche da corresponsabilità dello stesso Ministero della Salute, il cui titolare al tempo si determinò a rendere obbligatoria tale vaccinazione all’esito di un atto di corruzione.

 

                                                                                                            Con osservanza

19 febbraio 2008 

                                                                                                            Tremante Giorgio

 

PROCURA ELLA REPUBBLICA TRIBUNALE VERONA

 

MEMORIA EX ART. 121 C.P.P.

 

Nel procedimento penale n. 2048/08, dott. Rombaldoni, il sig. Tremante Giorgio, assistito e difeso dall’avv. Luigi Meduri, presso il cui studio in via Nizza 20, Verona, ha eletto domicilio

Premesso

di avere, in data 4 febbraio 2008, presentato documentato esposto sia per rappresentare l’esistenza di un’indagine della magistratura francese nei confronti di GlaxoSmithKline, produttore del vaccino antiepatiteB, per occultamento degli effetti collaterali (anche letali) collegati a detto vaccino, sia perché sia accertata la sussistenza di eventuali analoghi reati sul territorio italiano, da parte del produttore medesimo, che ha sede in Verona;

di avere in data 19 febbraio fornito ulteriori dettagli sulla totale mancanza di informazione da parte delle autorità sanitarie preposte sia sui rischi dei vaccini sia sulla effettiva dimensione delle reazioni avverse, dimostrando sulla base di dati fortuitamente ottenuti dalla Regione Veneto che il numero delle reazioni avverse è di quantomeno di 6,1 bambini ogni 1000;

di avere documentato sia che le reazioni avverse sono notoriamente collegate a situazioni di alterazioni anche modeste del sistema immunitario del vaccinando, così come specificato nelle controindicazioni rappresentate  dai produttori, sia che le autorità sanitarie non hanno mai disposto test diagnostici al fine di individuare preventivamente i soggetti in capo ai quali la vaccinazione era controindicata;

che tale generalizzata omissione di cautele e di informazione ha provocato e continua a provocare ogni anno migliaia di reazioni avverse e fra queste anche decessi nella popolazione infantile.

Ciò premesso

l’esponente è in grado di documentare come le autorità sanitarie perseverino nel non fornire ai vaccinandi od ai loro genitori alcuna informazione sui rischi collegati alla somministrazione di vaccino sia sul territorio nazionale, dove tuttora vige l’obbligo di legge, sia  nella regione Veneto dove vige, dal 1° gennaio 2008, il regime della facoltatività e dove sarebbe dovuta parallelamente scattare (ma non è accaduto!) la procedura del consenso informato..

In particolare, si producono n. 5 allegati di fac-simile da compilarsi dai genitori e dal responsabile del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica dai quali si evince che la sola informazione erogata ai genitori riguarda i rischi derivanti dalla mancata esecuzione dei vaccini e non i rischi collegati alla vaccinazione.

In sostanza, benchè sia noto e prescritto che la vaccinazione è assolutamente controindicata (come documentato nelle precedenti memorie) nel caso di alterazioni dello stato immunitario, ai genitori non viene spiegata tale evidenza, né vengono illustrati altri rischi specifici collegati al tipo di vaccinazione da effettuare, né esistono protocolli mirati a selezionare i casi sospetti e realizzare test diagnostici preventivi (un semplice esame del sangue). In luogo che prevenire le miglia di reazioni avverse che ogni anno tragicamente si verificano realmente, la preoccupazione dell’autorità sanitaria è limitarsi ad informare sui rischi eventuali della mancata vaccinazione, e cioè sulla possibilità remota, ma descritta in letteratura di acquisire l’infezione da virus polio attraverso il contatto con le feci degli altri bambini vaccinati” e sul rischio modesto di infezioni da virus  dell’epatite B, qualora nelle comunità fossero presenti individui potenzialmente contagiosi”.(all. 4)

Con questo non si intende censurare l’informazione sui rischi, reali o presunti, collegati alla mancata esecuzione del vaccino, ma mettere in assoluta evidenza che non viene fornita e non è mai stata fornita alcuna informazione sui danni provocati dal vaccino e, tantomeno, sulle cautele che andrebbero osservate per prevenire tali danni.

Non vi è, infatti, nessun sistema di verifica preventiva delle intolleranze.

I bambini vengono assoggettati alla vaccinazione nella totale ignoranza da parte dei loro genitori dei rischi.

Ciò dà luogo a due effetti distinti, in base all’obbligo o meno di vaccinazione.

In particolare, la dove la vaccinazione è obbligatoria, la costrizione alla somministrazione del vaccino, nella totale carenza di sistemi di individuazione dei casi soggetti a controindicazione, comporta il reato di lesioni personali colpose o omicidio colposo quando si verifichi la reazione avversa.

La dove, come nel Veneto, le vaccinazioni non sono più obbligatorie, la somministrazione volontaria del vaccino deve essere comunque preceduta dal consenso informato, la cui omissione comporta il reato di lesioni personali colpose o omicidio colposo quando si verifichi la reazione avversa.

Se si considera, come documentato nelle precedenti memorie, che nel Veneto si verificano circa 300 casi l’anno di reazioni avverse e che il consenso informato non viene mai richiesto ai vaccinandi o ai loro genitori, si può avere un’idea delle dimensioni delle responsabilità anche penali delle autorità sanitarie.

In particolare, se è vero che solo nel  caso dei trattamenti sanitari obbligatori per legge può venir meno il diritto all’autodeterminazione del paziente, al di fuori di tale eccezione “la mancanza del consenso (opportunamente “informato”) del malato o la sua invalidità per altre ragioni determina l’arbitrarietà del trattamento medico chirurgico e  la sua rilevanza penale, in quanti posto in violazione della sfera personale del soggetto e del suo diritto di decidere se permettere interventi estranei sul proprio corpo” (Cass. Pen sez.  IV 11 luglio 2001 n. 1572)

Per quanto sopra si chiede che, oltre agli accertamenti già richiesti in sede di esposto, si verifichi la verità di quanto affermato dall’esponente e cioè che

1. da parte delle autorità sanitarie del Veneto la vaccinazione facoltativa viene somministrata senza richiedere il consenso informato ai genitori;

nell’intero territorio nazionale, le vaccinazioni vengono somministrate senza alcun sistema di prevenzione ed in particolare senza individuare e selezionare i casi sospetti o controindicati.

 

Si allegano n. 5 fac-simile utilizzati pressi le Unità Sanitarie Locali nazionali.

 

Verona 19 marzo 2008

                                                                                                                     Tremante Giorgio

Seconda memoria presentata il 19/02/08

Terza  memoria presentata il 19/03/08

 

 

2° Meeting  Nazionale  di  Informazione   Etico - Medico - Scientifico  Milano 6 aprile 2008

  Vaccini e Psicofarmaci vengono volutamente imposti per procurare clienti alla sanità e far lavorare in questo settore tutti gli “addetti ai lavori”. Quando invece si potrebbe fare vera prevenzione ed evitare l’aumento di malattie iatrogene dovute proprio all’abuso di queste sostanze tossiche spesso incompatibili con il delicato organismo dei nostri figli !

Vaccini e Psicofarmaci Quale Verità?

 

Ulteriori memorie presentate alla Magistratura sul caso “vaccino - GlaxoSmithKline”

 

La relazione di Giorgio Tremante ha saputo portare diversi dati oltre che trasmettere una grande carica emotiva. Giorgio, infatti, ha perso due figli a causa dei vaccini. Il primo è morto nel 1971 all'età di sei anni, ed il secondo nel 1980 a quattro anni.

Il terzo, purtroppo, ne è rimasto danneggiato. Viene denunciata  una prima smentita alle statistiche cosiddette “ufficiali” che parlano di casi rarissimi. Giorgio riporta altri dati nei quali si parla addirittura di circa 4.000 danneggiati soltanto in Veneto.

Per quanto riguarda, poi, il caso di meningite, i dati sono montati “ad hoc” per far correre le persone alla “caccia al vaccino”, in una regione la quale ha stabilito la non obbligatorietà dei trattamenti.

Il Sig. Tremante ricorda che si è iniziato ad utilizzare i vaccini nella metà dell’ottocento esattamente nel 1850, all'epoca di Napoleone. Allora le due correnti erano quella di Pasteur, favorevole ai vaccini, e Beshamp che ne negava i benefici.

Per motivi economici e di mercato, risultò vincitrice la corrente di Pasteur; iniziarono così le vaccinazioni di massa. Comunque, dati alla mano, appare che i vaccini, contrariamente a quello che si crede, non hanno contribuito a sconfiggere patologie, ma piuttosto a crearne di nuove. Il caso Sars è legato proprio a questo.

L'Aids è una patologia degenerativa del Sistema Immunitario che proviene dalle scimmie dalle quali si estrae un principio attivo del vaccino antipolio. Ciò farebbe pensare che questo vaccino sia stato uno dei mezzi di veicolazione dell'Aids.

Nel caso dell'influenza aviaria, sono state vendute, in Italia, 38 milioni di dosi di vaccini per una patologia che, comunque, il vaccino non avrebbe saputo affrontare

Le motivazioni usate per giustificare l’obbligo della vaccinazione sono spesso davvero incredibili. Basti pensare che il vaccino anti epatite B, oggi è divenuto obbligatorio per evitare che futuri individui tossicodipendenti (che oggi non lo sono) possano contrarre la malattia.

Incredibile! Si sono poi scoperti anche casi di tangenti pagate da ditte farmaceutiche a uomini politici come nel caso dell'ex Ministro della Sanità De Lorenzo, addirittura per ogni dose di vaccino somministrato. Si tratterebbe di una vera e propria “sperimentazione” sulle persone umane che è vietata ufficialmente da qualsiasi legislazione.

Il fatto interessante, comunque, è che alcune ditte farmaceutiche cominciano a subire processi ed indagini; tra queste la Glaxo-SmithKline a causa di prodotti tossici usati per produrre vaccini. e lobbies che in Italia operano impediscono che le ditte farmaceutiche rifondano i danni da vaccini, ciò che avviene, invece, in Germania, Francia e quasi tutte le nazioni della Comunità Europea.

La ricerca sui vaccini è spesso fasulla, e portata avanti esclusivamente da case farmaceutiche interessate solo ai profitti di questo enorme business. Manca quindi ogni forma di controllo dei risultati di questa sperimentazione.

L'aspetto toccante della relazione di Giorgio è però stata la sua testimonianza sulla tragedia che l'ha toccato da vicino una tragedia nei confronti della quale ha trovato un vero e proprio “muro di silenzio ed indifferenza”.

Gli interessi che sottendono il problema vaccini hanno fatto cadere, spesso, nel vuoto le sue richieste di chiarezza e giustizia.

Lo stesso Giorgio è stato ospite a diverse trasmissioni televisive come “Samarcanda”, “Mi manda Lubrano”, “Forum”, “Maurizio Costanzo Show”, oltre che essere stato ricevuto in Vaticano dal Papa. Purtroppo, anche da parte della Chiesa, ha trovato spesso il silenzio.                                                    

L'ultima relazione, di fato la più tecnica, ha posto l'accento su diverse problematiche mostrando il tutto alla luce di dati e statistiche e dimostrando come queste siano spesso assolutamente false.